Il Piano Transizione 4.0, per ricordarne in breve la mission, configura una serie di misure e incentivi per le imprese che investono nella trasformazione dei processi produttivi con una visione 4.0.
Oggi il MiSe, con un comunicato del 18 novembre 2020, ha annunciato un nuovo pacchetto di incentivi e investimenti per circa 24 miliardi di euro.
Una massiccia iniezione di disponibilità che, nella situazione economica attuale, può significativamente aiutare il Paese ad una svolta verso una produttività aggiornata al livello 4.0.
Non solo i Crediti d’Imposta previsti dal Piano Transizione 4.0 sono prorogati fino al 31 dicembre 2022, ma si può già prevedere che alcune misure produrranno effetti fino a giugno 2023, così come sarà spiegato in questo articolo che aggiorna il nostro precedente, pubblicato lo scorso aprile.
Piano Transizione 4.0: che cos’è?
Il primo piano, che al tempo si chiamava Industria 4.0, era stato presentato in Italia nel settembre del 2016, in seno alla legge di Bilancio 2017, e prevedeva misure e agevolazioni per promuovere investimenti in attività di ricerca, sviluppo e innovazione, con l’obiettivo di avviare la quarta rivoluzione industriale e aumentare la competitività delle imprese.
Inizialmente rivolto verso industria e comparto manifatturiero, nel corso degli anni si è allargato verso una platea di imprese sempre più vasta, comprendendo le PMI e puntando a sviluppare una politica industriale più inclusiva e attenta alla sostenibilità, con un orientamento maggiormente rivolto alle politiche green e alle attività di design.
Il Piano Transizione 4.0 si rinnova e rilancia
Già lo scorso 28 maggio 2020 il ministro del MiSe Stefano Patuanelli aveva firmato il decreto attuativo del Piano Transizione 4.0 con risorse per 7 miliardi di euro destinate alle imprese che avrebbero investito sull’innovazione per una rapida ripresa dell’economia post-Covid.
Successivamente, dal 16 novembre 2020, entra in azione il nuovo Piano Transizione 4.0 che prevede le nuove misure del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, collegato alle risorse che saranno accessibili con il Recovery Fund.
Queste nuove norme saranno in vigore fino a giugno 2023.
Il Piano Transizione 4.0 è stato quindi potenziato per il prossimo biennio, prevedendo nuove aliquote maggiorate per i crediti d’imposta, nuovi massimali e nuove finestre temporali di validità.
Tutte le nuove misure del Piano Transizione 4.0
1. Credito d’imposta Beni Strumentali
Dal 2020 Beni Strumentali ha sostituito Iper ammortamento e Super ammortamento, configurandosi come un credito d’imposta per agevolare gli investimenti in beni strumentali.
Riguarda quindi l’acquisto di beni strumentali all’esercizio aziendale (prima riconducibile al super ammortamento) e di piani di digitalizzazione (prima riconducibili all’iper ammortamento).
Per saperne di più leggi il nostro articolo dedicato ai Beni Strumentali 2020.
Cosa cambia nel prossimo biennio con il nuovo Piano Transizione 4.0?
Anticipazione e riduzione della compensazione con maggiore vantaggio fiscale nell’anno
- Il credito d’imposta sarà fruibile in un anno per tutti gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro
- Per i beni strumentali è prevista la compensazione immediata del credito, dall’anno in corso
- Per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni invece dei 5 anni previsti a legislazione vigente
Maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni materiali e immateriali)
- Fino al 31 dicembre 2021, è previsto un incremento dal 6% al 10% per tutti del credito beni strumentali materiali (ex super)
- Incremento dal 6% al 15% per investimenti effettuati nel 2021 per implementazione del lavoro agile
- Estensione del credito ai beni immateriali non 4.0 con il 10% per investimenti effettuati nel 2021 e al 6% per investimenti effettuati nel 2022
Maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni materiali 4.0)
- Nuova aliquota al 50% nel 2021 e 40% nel 2022 per spese inferiori a 2,5 milioni di euro
- Nuova aliquota al 30% nel 2021 e 20% nel 2022 per spese superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro
- Per spese superiori a 10 milioni di Euro e fino a 20 milioni è stato introdotto un nuovo tetto: aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022
Maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni immateriali 4.0)
- Incremento dal 15% al 20%
- Massimale da 700 mila Euro a 1 milione di euro
2. Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione Tecnologica, Attività Innovative
Si rivolge a tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di innovazione di processi, prodotti e servizi. In particolare, si riferisce agli investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale, in transizione ecologica e innovazione digitale 4.0 o in altre attività innovative inerenti al design e all’ideazione estetica.
Cosa cambia nel prossimo biennio con il nuovo Piano Transizione 4.0?
- Ricerca & Sviluppo: incremento del credito d’imposta dal 12% al 20% e massimale da 3 milioni a 4 milioni
- Innovazione tecnologica: incremento del credito d’imposta dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni
- Green e digital innovation: incremento del credito d’imposta dal 10% al 15% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni
- Design e ideazione estetica: incremento del credito d’imposta dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni
3. Credito d’imposta formazione 4.0
Dedicato alle spese di formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie per la trasformazione tecnologica e digitale previste dal Piano Transizione 4.0.
Per approfondire, leggi il nostro articolo dedicato alla Formazione 4.0
Con le nuove misure previste dal Piano Transizione 4.0, Il credito d’imposta formazione 4.0:
- viene esteso alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori
- copre le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022
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