L’idrogeno viene estratto in natura prevalentemente attraverso l’elettrolisi dell’acqua, che separa le molecole di idrogeno da quelle di ossigeno. Il processo consuma molta energia ed è ancora alimentato da macchine che usano fonti energetiche tradizionali.

Lo scorso ventinove aprile, il Ministero della Transizione Energetica ha emanato il decreto a sostegno di tecnologie che promettono la produzione di idrogeno verde: prodotto dunque a partire da elettroliti che utilizzano fonti rinnovabili.

I fondi per la produzione di idrogeno verde saranno destinati sia ad aziende private che centri di ricerca.  Ad oggi, le prime produzioni di idrogeno verde sono concentrate in Australia, mentre l’Italia vanta alcuni interessanti progetti concentrati in territorio pugliese.

Il costo di produzione di un chilo di idrogeno ottenuto attraverso tecnologie rinnovabili si aggirerebbe oggi intorno ai cinque euro per chilo, utilizzando ad esempio un parco fotovoltaico posizionato a largo della costa.

Le stime della Commissione sono per una discesa del costo di produzione medio, sia attraverso il fotovoltaico che  l’eolico, intorno ai due euro e mezzo per chilo in Italia, contro circa un euro e otto nei paesi del Nord.

Va però sottolineato che un chilo di idrogeno sprigiona una quantità di energia circa tripla a un litro di benzina (fonte: rivistaenergia).   

Il maggior costo di produzione atteso in Italia per un chilo di idrogeno verde – rispetto ai paesi nordici che dispongono di migliori tecnologie soprattutto nel campo delle piattaforme eoliche offshore – fa ipotizzare che larga parte degli investimenti in Italia si indirizzerà alla produzione di elettroliti (cioè macchine che separano l’idrogeno dalle molecole d’acqua), ad oggi concentrata in Europa, tra Francia e Germania.

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