La pandemia di Covid-19 ha messo in chiaro il valore universale della salute e la sua vera natura come bene pubblico fondamentale. Durante l’emergenza pandemica, l’assistenza sanitaria universale ha dimostrato una migliore capacità di resilienza che ha permesso ai paesi di affrontare la pandemia in modo tempestivo. Tuttavia, il SSN italiano si è messo duramente alla prova con il Covid-19 mostrando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei. E la persistenza di disparità tra le regioni italiane deve essere affrontata subito. L’emergenza Covid-19 ha quindi rafforzato la necessità di intervenire e rinnovare alcuni elementi chiave del SSN italiano.

Ecco perché la mission 6 del PNRR ha riservato a questo tema cruciale ben 15,63 miliardi di euro. Tali risorse serviranno a creare reti di prossimità, nuove strutture sanitarie, a investire nella telemedicina e a definire un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione. Questa missione cerca, dunque, di affrontare i limiti evidenti del nostro Paese in tema di salute: il gap tra regioni, i lunghi tempi di attesa nell’erogazione di servizi e prestazioni, la scarsa integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali, l’incapacità di definire efficaci strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari.

In particolare, la Missione 6 si articola in due specifiche componenti:

  • reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale;
  • innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

Salute

Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale

Questa prima componente è destinata a rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), al potenziamento dell’assistenza domiciliare, allo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Gli obiettivi generali di questa componente saranno:

  • potenziare il SSN, allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti, attraverso la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale. Verranno rafforzate le prestazioni erogate sul territorio, anche attraverso strutture e presidi territoriali come le Case della Comunità. La presenza degli assistenti sociali rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali. Saranno presenti servizi sociali e assistenziali rivolti prevalentemente ad anziani e fragili. Tra i servizi inclusi anche il punto unico di accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali, dedicati alla tutela della donna, del bambino e delle famiglie.
  • rafforzare le strutture e i servizi sanitari di prossimità e i servizi domiciliari, per limitare i ricoveri inappropriati, aiutando la persona anziana o il disabile a raggiungere un maggiore grado di autonomia e indipendenza. Si cercherà di identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari, che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione). Inoltre, presso ogni ASL sarà realizzato un sistema informativo in grado di rilevare i dati clinici in tempo reale.
Infine
  • sviluppare la telemedicina per superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi sanitari offerti sul territorio e per sostenere l’assistenza domiciliare. A beneficiare delle nuove tecnologie in medicina saranno soprattutto i pazienti con malattie croniche. Queste nuove tecnologie aiuteranno a ridurre gli attuali divari geografici e territoriali in termini sanitari, miglioreranno i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali, tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e di protocolli di monitoraggio da remoto. I progetti potranno promuovere un’ampia gamma di funzionalità lungo l’intero percorso di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione. Infine, l’attivazione dell’Ospedale di Comunità, una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve, ridurrà il carico dei pronto soccorso.

Salute

Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale

La seconda componente invece, è rivolta all’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del SSN attraverso la formazione del personale. Gli obiettivi di questa seconda componente saranno:

  • sviluppare una sanità pubblica, che valorizzi gli investimenti nel sistema salute in termini di risorse umane, digitali, strutturali, strumentali e tecnologici. Si procederà con la creazione di una rete integrata fra gli Istituti per facilitare lo scambio di competenze specialistiche con le altre strutture del SSN. Sarà rafforzata la governance aziendale per sviluppare una ricerca sanitaria di qualità e verrà ammodernato il parco tecnologico ospedaliero, tramite l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico e attraverso interventi per la digitalizzazione di 280 strutture sanitari. Verrà ampliato il numero dei posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva e, verranno incrementati i mezzi per i trasporti secondari. Saranno realizzati investimenti per ospedali più sicuri e sostenibili, adeguando gli edifici ospedalieri alle norme vigenti in materia di costruzioni in area sismica.
Inoltre
  • verrà potenziato il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) per garantirne la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e degli operatori sanitari. Il secondo passo consisterà nel rafforzare l’infrastruttura tecnologica attraverso il potenziamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS). Ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA. Il progetto includerà il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e applicativa del Ministero della Salute, il miglioramento della raccolta, del processo e della produzione di dati NSIS a livello locale, lo sviluppo di strumenti di analisi avanzata. Sarà, inoltre, creata una piattaforma nazionale, dove domanda ed offerta di servizi di telemedicina forniti da soggetti accreditati possa incontrarsi;
  • rafforzare la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario. L’obiettivo consisterà nel potenziare il sistema della ricerca biomedica in Italia, rafforzando la capacità di risposta dei centri di eccellenza nel settore delle patologie rare e favorendo il trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese. Il progresso scientifico e l’innovazione tecnologica saranno, poi, accompagnati da un’attenta formazione degli operatori sanitari, che dovranno essere regolarmente aggiornati e formati per garantire l’efficacia, l’adeguatezza, la sicurezza e l’efficienza dell’assistenza fornita dal SSN. In particolare, si investirà nella formazione in medicina di base, verranno rafforzate le competenze manageriali e digitali del personale sanitario, verrà introdotto un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, saranno incrementate le borse di studio in medicina generale. Inoltre, si punterà sulla formazione specialistica per affrontare il cosiddetto “imbuto formativo”, ovvero la differenza tra il numero di laureati in medicina e il numero di posti di specializzazione post-lauream previsto.
Infine
  • potenziare e innovare la struttura tecnologica e digitale del SSN a livello Centrale e Regionale. L’obiettivo è ancora una volta quello di garantire un’assistenza sanitaria efficace ed efficiente, migliorando la qualità e la tempestività delle cure. Come? Mettendo al centro il paziente e garantendo una maggiore capacità di governance e programmazione sanitaria.

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